Stop alla produzione, commercializzazione e uso del glifosato in Europa: è quanto chiede il tavolo contro i pesticidi in una lettera inviata ai Ministeri dell’, dell’Ambiente, della e alle Regioni italiane in cui si oppone con forza alla possibilità che il glifosato, il pesticida più usato al mondo, sia di nuovo autorizzato a livello europeo per altri 15 anni. Il rischio, dopo la scadenza dell’autorizzazione dello scorso dicembre, prorogata al 30 giugno 2016, c’è e desta preoccupazione: sembra che gli Stati Ue siano tutti a favore, tranne la Svezia.

La Commissione Europea, denunciano le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica che hanno promosso la campagna#stopglifosato, potrebbe nei prossimi giorni rinnovare l’autorizzazione per l’impiego del Glifosato, il pesticida più utilizzato al mondo e definito lo scorso anno dallo IARC (International agency for research on cancer), l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo. Si tratta di un pesticida ampiamente usato, presente in 750 formulati fra i quali quelli prodotti dalla Monsanto in abbinamento alle sementi Ogm.

Le 32 associazioni riunite nel tavolo “esprimono grave preoccupazione per come si sta muovendo l’Europa ed il Governo italiano, con le Regioni, sulla imminente decisione a livello europeo in merito al rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione ed utilizzo del diserbante Glifosato nei 27 Paesi membri della UE”. L’autorizzazione è scaduta lo scorso 31 dicembre ed è stata prorogata fino a giugno e attualmente la Commissione europea e gli Stati “si apprestano a una nuova autorizzazione per altri 15 anni sulla base di una decisione che andrà in votazione nella prossima commissione permanente del PAFF (comitato per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi ) e per la quale tutti gli Stati membri, escluso la Svezia, sembra siano a favore”. Tutto questo nonostante la pronuncia dello IARC e dopo che invece l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del glifosato.

Una pronuncia ampiamente contestata dalle associazioni con l’accusa principale di usare studi forniti in realtà da multinazionali che producono il glifosato. Nella lettera inviata al Governo, il tavolo contro i pesticidi spiega infatti che “il 12 novembre 2015 l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare in contrasto con le valutazioni dello IARC, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del glifosato, conclusione che pare voler essere utilizzata dalla Commissione europea per decidere se mantenere o meno il pesticida nell’elenco UE delle sostanze approvate e dagli Stati per valutare ex novo la sicurezza dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato. La decisione dell’EFSA, supportata dalla relazione dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR),non tiene in considerazione una vasta gamma di studi scientifici pubblicati da riviste internazionali indipendenti, che sono stati invece valutati e considerati rilevanti dallo IARC; minimizza, senza adeguata giustificazione, i risultati positivi di cancerogenicità sugli animali; infine, si basa in gran parte su studi mai pubblicati e forniti dalle multinazionali che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi”.

Di fronte alla mancanza di consenso della comunità scientifica, in ogni caso, per le associazioni va seguito il principio di precauzione e va protetta la salute dei cittadini. Anche perché il glifosato è usato non solo in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade e delle ferrovie, ed è presente nei prodotti per il giardinaggio.

Tratto da helpconsumatori.it