“Le Principali novità normative in ambito bancario: e direttiva è il titolo del organizzato da  , Lega Consumatori e Adoc ieri nella sala Convegni della Banca Popolare di Verona in Via San Cosimo, 10 – Verona.  Si è trattato di un confronto tra soggetti sociali, operatori economici, operatori del diritto e mondo accademico per esaminare le problematiche e approfondire i recenti interventi normativi. L’obiettivo del convegno è stato altresì accrescere la cultura finanziaria sia degli addetti ai lavori che della famiglie, al fine di consentire l’adozione di misure e di percorsi quanto più condivisi a tutela del risparmio e delle famiglie.

Un momento dell’incontro

L’incontro rientra all’interno del progetto Facciamo i conti! Edizione 2016, iniziativa d’informazione a favore dei cittadini e delle famiglie in tema di accesso al credito, prevenzione del sovraindebitamento e uso responsabile del denaro. Il convegno ha il patrocinio della Fondazione Antiusura Beato G. Tovini, dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona con il contributo della Camera di Commercio di Verona e della Banca Popolare di Verona. L’“Osservatorio sui consumi delle famiglie: crisi e consumi a Verona, il risparmio” è la relazione presentata da Domenico Secondulfo, professore ordinario di Sociologia, degli Studi di Verona
e da Luca Mori, professore aggregato di Sociologia, Univerisità degli Studi di Verona; le “Principali novità normative in ambito bancario: la Direttiva Mutui (D. Lgs. 72/2016)” è il tema approfondito da Mauro Tosi, responsabile Conformità Servizi Bancari del Banco Popolare e i “Principali novità normative in ambito bancario: l’anatocismo (art. 120 Tub)” è l’intervento di Luigi Boscolo Bariga, amministratore Report Legale srl. Davide Cecchinato, presidente Adiconsum Verona è il moderatore del convegno, che inizia con i saluti di Nicola Baldo, componente Giunta Camera di Commercio I.A.A. di Verona,
Renzo Giacomelli, presidente Fondazione Antiusura Beato G.Tovini,
Alberto Mion,  presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Verona, Emanuele Caobelli , consigliere Camera di Commercio I.A.A. di Verona in rappresentanza delle Associazioni di consumatori.

“Oggi più che mai – ha evidenziato Davide Cecchinato – il consumatore deve conoscere le normative in ambito bancario non solo per garantirsi un elevato grado di tutela ma anche per essere in grado di approfittare dei servizi più convenienti. L’elevata burocratizzazione del sistema bancario e finanziario non perdona. Le persone che sottoscrivono contratti di finanziamento o di investimento senza l’adeguata conoscenza corrono un grave pericolo. Oggi le informazioni sono facilmente reperibili, utilizziamole per assumere scelte consapevoli. Se non capiamo il prodotto o il servizio che le Banche ci offrono non acquistiamolo oppure chiediamo aiuto alle Associazioni di consumatori che con il progetto possono fornire consigli ed indicazioni utili per compiere scelte oculate”

“Oggi – ha ammesso Renzo Giacomelli – assistiamo a due povertà: una conclamata che c’è sempre stata. E’ fatta di persone che sanno dove andarae per un aiuto: alla Caritas o alla S. Vincenzo. C’è poi un altro tipo di povertà che deve preoccupare di più. E’ costituita da persone che con la crisi hanno perduto il loro status ma che per dignità o per vergogna non chiedono aiuto. Queste persone sono difficili da assistere perché invisibili”. “La fondazione Beato Giuseppe Tovini – ha detto il presidente – istituita dalla Diocesi di Verona alla fine del 1999, vuole essere una risposta concreta alle situazioni spesso disperate vissute da singole persone, famiglie o piccole imprese che vengono a trovarsi in difficoltà economiche a causa di disgrazie, malattia o per dissesti economici. Quella della Fondazione Tovini è esclusivamente una finalità di solidarietà sociale, intesa a promuovere e diffondere la cultura della legalità, per tale motivo è importante la nostra adesione al progetto facciamo i conti”.

“Come categoria – ha sottolineato Alberto Mion – diamo un parere sostanzialmente favorevole al provvedimento denominato “direttiva mutui”  in quanto dovrebbe garantire maggior trasparenza contrattuale ed un incremento delle informazioni da fornire al consumatore rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi. Formuliamo peraltro due auspici: il primo che tale nuova normativa si traduca in modifiche effettive delle prassi operative e non in semplice ulteriori moduli da sottoscrivere; il secondo che i nuovi obblighi di maggior informazione, raccordati con i principi civilistici in tema di responsabilità e le disposizioni del codice consumo, contribuiscano a far emergere eventuali profili di responsabilità dell’intermediario finanziario nel caso di sovrindebitamento ascrivibile alla sua condotta.

L’intervento di Domenico Secondulfo e Luca Mori ha presentato parte dei risultati di una ricerca svolta nel 2014 dall’Osservatorio sui Consumi delle Famiglie dell’Università di Verona sulla realtà scaligera. Si tratta di un’indagine quantitativa, di natura campionaria che è riuscita a coinvolgere 501 casi con più di 25 anni di età, tutti residenti nel comune di Verona. Il questionario somministrato ha toccato temi di varia natura come per esempio i comportamenti di consumo delle famiglie, l’importanza attribuita ai vari beni, i livelli di benessere soggettivo, il rapporto che essi intrattengono con i livelli reddito, le scelte dei differenti punti vendita, il ruolo giocato oggi dalle marche e la fedeltà oggi dimostrata dai consumatori nei loro confronti. La relazione si concentra soprattutto sul tema della propensione al risparmio. L’indagine ha messo in luce come il 55,2% del campione veronese non riesca, pur tentandoci, ad accantonare risparmi su base regolare; come la propensione al risparmio aumenti con l’aumentare del titolo di studio; come siano tendenzialmente le classi d’età più giovani (25-34 anni) ad aver maggior successo nel risparmiare, mentre siano quelle più mature (55-64) ad incontrare le maggiori difficolta nel mettere via denaro; come, inoltre, a fronte di un calo della capacità di risparmio da parte delle famiglie, corrisponda un aumento delle preoccupazioni per l’immediato futuro. All’interno di questo quadro, è infine discussa la condizione intricata e contradditoria in cui si dibatte il ceto medio: da un lato, per via di profonde ragioni culturali, esso avverte il risparmio come una sorta d’imperativo etico da onorare; dall’altro lato un risparmio regolare significherebbe dismettere quelle abitudini di consumo cui esso ha legato il proprio progetto identitario e di appartenenza sociale.

Emanuele Caobelli ha precisato: “Il tema del risparmio e del rapporto tra risparmiatori e operatori finanziari è di grandissima attualità alla luce dei dati statistici che il Censis ha esposto nel suo Cinquantesimo Rapporto sulla condizione dell’Italia e degli italiani e alla luce delle gravi crisi che stanno attraversando  importanti istituti bancari. Se infatti,  da un lato emerge che nel 2015, il risparmio totale degli italiani è cresciuto di 40 miliardi di euro, dall’altro risulta che il 71,6% delle famiglie non è riuscita a risparmiare nemmeno un euro. Altrettanto significativo è il fatto che il 5.4% delle famiglie italiane risulti  indietro con le rate del mutuo o dell’affitto (si tratta del dato più alto registrato dal 2004, quando l’ISTAT ha cominciato questo tipo di rilevazione. La percentuale è più alta al Sud (6,9%), minimo al Nord-est (4,7%)”.

Il decreto legislativo n. 72 del 21 aprile 2016 – Direttiva Mutui – recepisce nel nostro ordinamento la Direttiva europea 17/2014, introducendo una serie di novità rilevanti in materia di credito immobiliare che spaziano dalla valutazione degli immobili forniti in garanzia alle forme di pubblicità, dai contratti di mutuo al TAEG, dal merito creditizio ai mutui in valuta estera. Mauro Tosi, nella sua relazione, ha evidenziato l’ambito di applicazione che riguarda genericamente i contratti sottoscritti da un consumatore aventi ad oggetto la concessione di credito garantito da ipoteca su un immobile residenziale o volto ad acquistare un immobile. La finalità della nuova normativa è di contribuire alla realizzazione di un mercato del credito trasparente, efficiente e competitivo, al fine di garantire ai consumatori un livello di protezione adeguato, promuovendo la sostenibilità nell’erogazione e nella gestione di questa categoria di prestiti. Vengono amplificate le regole di trasparenza contrattuale affinchè, da un lato, il consumatore possa effettuare una scelta informata e consapevole e, dall’altro, sia consentito al finanziatore di selezionare attentamente le richieste di finanziamento ed il conseguente accesso al credito di soggetti a elevato rischio di insolvenza.

L’anatocismo ha subito modifiche con il decreto n. 343/2016 del Ministro delle Finanze. Sono, cioè cambiate le norme di calcolo per i cosiddetti “interessi sugli interessi”. Già con la riforma del Testo Unico Bancario, dello scorso Aprile, era vietato alle banche di applicare l’anatocismo, ma mancava ancora il regolamento di attuazione. Le novità coinvolgono soprattutto i contratti di conto corrente ed i fidi e concernono il calcolo degli interessi debitori e attivi dei conti correnti: essi devono avere la stessa periodicità, e il periodo di calcolo non può essere inferiore all’anno. “Bisognerà comunque vedere – ha detto Boscolo Bariga – come si muoverà la giurisprudenza per il periodo 2014 – 2016 dove seppur l’anatocismo era di fatto vietato, nessun istituto di credito si è adeguato.

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