più trasparente e più sicuro per i consumatori. E’ l’obiettivo dell’azione dell’Antitrust che ha concluso due procedimenti per , sanzionando gli intestatari di due siti internet per complessivi 440mila euro. Uno dei due siti era già stato oscurato, con provvedimento cautelare assunto nel giugno scorso, perché vendeva, illegalmente, on line e, in particolare, soggetti all’obbligo di prescrizione medica e la cui assunzione al di fuori del controllo medico può esporre anche a gravi rischi per la salute.

Le due istruttorie sono le prime nel corso delle quali l’Autorità ha applicato, grazie alla collaborazione del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, la normativa che prevede la possibilità di richiedere agli Internet Service Providers di impedire l’accesso ai siti web. L’Antitrust intende infatti lavorare perché i cittadini possano utilizzare il , che rappresenta una leva importante per la crescita economica, senza incorrere in acquisti potenzialmente pericolosi o in atteggiamenti scorretti da parte degli operatori. In quest’ottica la scorsa settimana l’Autorità, come è noto, ha accettato, rendendoli vincolanti, gli impegni presentati dal sito Groupalia.

Di seguito, i due provvedimenti appena adottati dall’Autorità

VENDITA DI FARMACI ON LINE ILLEGALE E PERICOLOSA PER LA SALUTE

L’Antitrust, già in sede cautelare, ha interdetto l’accesso a un sito internet, riconducibile ad Alex Broek, che permetteva ai consumatori italiani l’acquisto on line di farmaci e, a conclusione dell’istruttoria, il professionista è stato sanzionato con una multa di 200.000 euro.

Attraverso il sito internet oscurato il professionista consentiva ai consumatori italiani di comprare medicine sulla base del falso presupposto della liceità e completa sicurezza per la salute della compravendita on line di farmaci, benché effettuata in assenza dell’intermediazione di un farmacista e, nel caso di farmaci cd. etici, senza la necessaria visita e prescrizione medica. L’intestatario del sito oscurato faceva, in particolare, leva sul particolare disagio psicologico, sociale e relazionale in cui versano i soggetti afflitti da alcune specifiche patologie, convincendoli della non necessità di un appropriato controllo medico: persone affette da disturbi psicologi, obesità o impotenza preferivano così acquistare on line, ritenendo meglio garantita la loro privacy ma mettendo a serio rischio la salute.

L’Antitrust ricorda che la vendita on line di farmaci non solo è illegale, visto che la legge italiana vieta il commercio a distanza di medicinali, ma, soprattutto, è pericolosa.

L’istruttoria è stata avviata a seguito di una segnalazione congiunta pervenuta da parte dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e dei NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri), nel quadro di una più ampia collaborazione con i Ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, e degli ulteriori elementi acquisiti d’ufficio dall’Antitrust con la collaborazione investigativa del Nucleo Speciale della Guardia di Finanza, che ha, a seguito del provvedimento cautelare del giugno scorso, anche svolto gli adempimenti per procedere all’oscuramento del sito.

INFORMAZIONI CHIARE PER CHI COMPRA ON LINE

Il secondo provvedimento adottato dall’Autorità riguarda le pratiche commerciali di , sito francese dedicato alla vendita all’ingrosso e al dettaglio, tramite siti internet accessibili da diversi paesi dell’Unione Europea e in diverse lingue, di articoli da confezione per uomini, donne e bambini di marchi rinomati, con prezzi ridotti con sconti fino al 70% rispetto a quelli praticati nella normale distribuzione.

Secondo l’Antitrust, che ha oscurato in via cautelare il sito, e lo ha poi riattivato per consentire la gestione dei reclami da parte dei consumatori, le società che gestiscono il sito Private Outlet Srl e Private Outlet SaS, hanno:

1) fornito ai consumatori informazioni non veritiere sui tempi di consegna dei prodotti offerti in vendita attraverso Internet: molti consumatori hanno lamentato consegne di merce diversa da quella ordinata o arrivate ben oltre i tempi pattuiti;

2) opposto ostacoli all’esercizio di diritti contrattuali da parte dei consumatori: diverse segnalazioni evidenziavano la difficoltà di contattare i fornitori del servizio o la mancata sostituzione del prodotto diverso da quello ordinato;

3) invitato all’acquisto di prodotti ad un determinato prezzo, senza rivelare l’esistenza di prevedibili ragioni che avrebbero impedito la consegna degli stessi a quel prezzo. Le società infatti si riforniscono direttamente presso i produttori acquistando un numero limitato di capi: sin dall’inizio dunque sanno che potrebbero non essere in grado di fare fronte a tutte le richieste di acquisto che peraltro vengono pagate contestualmente all’invio dell’ordine.

Alla luce dei comportamenti riscontrati, l’Antitrust ha sanzionato le due società per complessivi 240mila euro, diffidandole dalla prosecuzione di analoghi comportamenti.

Comunicato Stampa del 29 dicembre 2012

Per approfondimenti agcm.it