Possono i aumentare il consumo di alcolici? Uno statunitense ha cercato di fare luce sul fenomeno potenzialmente emulativo delle “sbronze” nei . Come? Guardando e analizzando le vite dei ragazzi americani, attraverso il loro profilo .

In totale, lo studio ha coinvolto 338 tra ragazzi e ragazze appartenenti a due università americane, i quali sono stati monitorati per un anno. Fotografie, post e link delle loro pagine Facebook sono stati passati al vaglio dagli studiosi alla ricerca di riferimenti al consumo di alcolici.

In base ai profili i partecipanti sono stati classificati in tre gruppi: non-espositori, espositori di e espositori di un problema/intossicazione da . Il 39,9% dei profili, quindi 135 persone, hanno condiviso sul social network riferimenti ad un recente uso di . Sono state individuate alcune variabili che possono risultare predittive (fattori predittivi indipendenti) per la continua e progressiva diffusione di riferimenti sul consumo di bevande alcoliche tra i contatti di quel determinato profilo. Tali variabili sono:

  • tipo di Università;
  • il numero di amici su Facebook;
  • aggiornamenti medi mensili sullo stato d’uso dell’alcol.

Naturalmente, questo risultato non si può estendere alla generalità dei giovani: Facebook non è utilizzato da tutti e, soprattutto, è noto che la comunicazione mediata dal web è un filtro della realtà, che può essere alterata con molta facilità. Resta il fatto che, attraverso questo uso del web, c’è un’effettiva propagazione di informazioni che comportano un’esposizione a comportamenti negativi, la quale può far percepire il fenomeno come fosse normale e innescare comportamenti imitativi.

Le università dovrebbero avere un ruolo educativo attivo nello scoraggiare, non solo i comportamenti a rischio, ma anche i loro riferimenti su . A tale scopo, sarebbe utile far capire agli studenti anche le possibili implicazioni che ci potrebbero essere a seguito di esplicite dichiarazioni sull’abitudine al consumo di alcol, soprattutto sulla loro futura ricerca di lavoro. Le informazioni personali che circolano on-line costituiscono spesso una vera e propria immagine sociale della persona da non sottovalutare perché potrebbe diventare un boomerang.

Per approfondire: Presidenza del Consilgio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga ricerca (in inglese)