Nei periodi di crisi, come si fa a far fronte ai propri debiti? E’ più facile cadere nel vortice del , da cui si esce difficilmente se non si hanno prospettive di un futuro migliore? Sono domande legittime che si pongono alla fine di un 2012 complicato per gli italiani: le nuove tasse, l’aumento della disoccupazione e la pesante perdita di potere d’acquisto hanno messo in ginocchio molte famiglie.

In alcuni casi per pagare le utenze domestiche si è costretti a tagliare le “normali” spese quotidiane e tanti italiani si trovano a dover rifare i conti per non rischiare di accumulare nuovi debiti. E’ la fotografia di un Paese che inizia a popolarsi di nuovi poveri: quel ceto medio che non riesce più a permettersi una vita agiata, quei pensionati che fin’ora hanno svolto la funzione di ammortizzatori sociali e che ora non ce la fanno più (le pensioni sono state colpite duramente durante questo anno di Governo tecnico). E poi ci sono i giovani che stentano a raggiungere un’indipendenza economica (per non parlare del crescente tasso di disoccupazione giovanile), i liberi professionisti che si trovano con un’economia in recessione, le piccole imprese strette tra le entrate, che tardano ad entrare, e le uscite troppo elevate, e così via fino a toccare gran parte della popolazione.

E’ un momento in cui stanno male un po’ tutti e lo dimostrano i dato dello Sportello Famiglia istituito da per dare assistenza e tutela alle famiglie in difficoltà: nei primi 10 mesi del 2012 le richieste di assistenza online sono aumentate del +7,65% rispetto al 2011 e quelle di assistenza telefonica del 15,8%. Adiconsum ha presentato questi dati oggi a Roma, nel corso del convegno “Sottoindebitiamoci-Nuovi poveri: anatomia della crisi”.

Quali sono state le richieste di assistenza più allarmanti? “Merita sicuramente una riflessione il fatto cheil 31,4% delle chiamate è arrivato da persone over 65 – ha detto Pietro Giordano, Segretario Generale di Adiconsum – Si tratta di persone che a causa dell’età incontrano difficoltà nell’accesso al credito, sono spesso vittime di truffe, vivono sole e in condizioni abitative scarse, hanno problemi di salute, e versano in condizioni di disagio psicologico. E molti pensionati devono, per necessità, unirsi ad altri anziani per esigenze abitative (dividere spese e utenze)”.

“C’è poi anche un nuovo fenomeno che è quello delle coppie divorziate (19,50% delle richieste di assistenza arrivate allo Sportello Famiglia): nel momento in cui si va ad abitare in case diverse, raddoppiano le spese quindi ci si trova in difficoltà”. Giordano ha sottolineato la nascita di nuove esigenze sociali, che vanno di pari passo al cambiamento dei nuclei familiari: anche le coppie con figli si trovano in difficoltà o perché hanno lavori precari o perché comunque con il loro reddito non ce la fanno a far fronte a tutte le spese quotidiane. Ma a rivolgersi allo Sportello Famiglia sono stati anche i coniugati e i single (21%); le coppie con pochi figli (il 46.80% dichiara di non averne); i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato (55,10%).

“Non possiamo dimenticare poi l’altro fenomeno allarmante che è quello dei dipendenti da gioco: alcune richieste di aiuto sono arrivate proprio da loro e questo è particolarmente triste se pensiamo che è lo Stato ad alimentarlo”.

Adiconsum, che ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze a svolgere attività di prevenzione del sovraindebitamento e dell’ verso le famiglie, ha indirizzato al di prevenzione usura il 13% delle persone che si sono rivolte allo Sportello Famiglia. Nei primi 10 mesi del 2012 le domande di accesso al Fondo sono state 267: il 62,50% è stato presentato da soggetti di sesso maschile con età media di 48 anni, un numero medio di componenti del nucleo famigliare di 2,5, un reddito netto medio dichiarato di circa 1.700 euro, un debito complessivo intorno ai 50.000 euro e una spesa media mensile di 1.600 euro.

Il 50% delle richieste di accesso al Fondo è arrivato dalla Regione Lazio, forse perché la sede centrale del Fondo è a Roma e questo rende anche le informazioni più facilmente raggiungibili.  A tal proposito è importante sottolineare il ruolo svolto dall’educazione finanziaria: c’è bisogno di fare più informazione su questi temi e, per ora, a farle sono quasi esclusivamente le Associazioni dei consumatori.

Meritano una particolare attenzione i dati relativi alle motivazioni che hanno portato le famiglie a sovraindebitarsi, e quindi a rivolgersi al Fondo: la prima causa è la diminuzione del reddito, seguita dalle difficoltà nel sostentamento e alla sopravvalutazione/errata valutazione degli introiti.

“E’ evidente che la crisi economica ha inciso pesantemente sulla vita delle famiglie italiane – ha affermato Giordano – E in un contesto in cui non ci sono prospettive, si va verso una continua erosione di quel risparmio accumulato che fin’ora ha svolto la funzione di welfare familiare. Non è possibile andare avanti così, anche perché in futuro, purtroppo, ci sarà sempre meno welfare pubblico e bisognerà ritornare a quelle forme di mutualismo basate su un sistema di solidarietà. La strada giusta è quella di un welfare sociale che, così come fa il Fondo di prevenzione usura di Adiconsum, riesca a lenire le forti emergenze che rischiano di disgregare la nostra società”.

di Antonella Giordano

Tratto da helpcosumatori.it

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