Numerose le segnalazioni dalle vittime di frodi informatiche. Cosa succede e come fare

I consumatori vengono chiamati dal numero verde 060060, contatto ufficiale dell’intermediario per il “Servizio relazioni con la Clientelaâ€. Il sedicente operatore, a conoscenza dei dati sensibili dei clienti, tra cui anche il numero di conto corrente BNL, comunica la necessità di aggiornare l’app e indirizza i clienti sul portale dedicato play store.

Dopo alcuni passaggi, durante i quali i truffati dichiarano di non aver dovuto comunicare alcuna password o codice personale, l’applicazione risulta non fruibile, a riprova del suo corretto aggiornamento. Il truffatore termina la chiamata preannunciando un successivo contatto che avverrà il giorno successivo.

I consumatori, nel richiamare il numero verde BNL, ricevono conferma di un’attività di aggiornamento del sistema che impedisce l’utilizzo dell’applicazione, quindi non dubitano in alcun modo della correttezza della procedura.

Solo il contatto con la filale fisica di riferimento permette ai malcapitati di scoprire l’esecuzione di disposizioni che hanno di fatto svuotato il loro conto corrente.

“Si ritiene – afferma Iacopo Cera, Avvocato Adiconsum Verona- che nelle fattispecie descritte si potrebbero manifestare diversi profili di responsabilità dell’intermediario, tra cui la riconducibilità del contatto al Servizio Clienti ufficiale della Banca e la conoscenza da parte del truffatore di una serie di informazioni contrattuali strettamente riservate”.

“Inoltre, le operazioni – continua l’Avvocato – risultano anomale sia per i considerevoli importi prelevati, che sono ingenti rispetto le operatività ordinarie dei conti, sia per i destinatari delle disposizioni, soggetti estranei alla sfera dei contatti dei correntisti. Altra circostanza significativa è il mancato alert, il cui servizio, pur essendo stato attivato, non avvisa i clienti dell’operazione fraudolenta”.

«Consigliamo ai consumatori cha abbiano subito tali frodi – sottolinea Davide Cecchinato, Presidente Adiconsum Veneto – di rivolgersi subito alle Forze dell’Ordine per denunciare l’accaduto . E’ poi possibile presentare reclamo alla banca per contestare le anomalie di sistema che hanno consentito il prefezionamento delle truffe e chiedere il rimborso delle somme sottratte”.

Adiconsum Verona annuncia oggi l’avvio di un’importante iniziativa volta a garantire la tutela della privacy dei cittadini colpiti dal recente data breach presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, che ha visto mettere a segno l’esfiltrazione di dati sensibili e di natura sanitaria da parte di criminali informatici.

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Adiconsum Verona è lieta di annunciare una significativa vittoria in un ricorso presso l’Arbitro Bancario Finanziario in merito ad un caso di phishing perpetrato attraverso tecniche combinate di smishing e vishing.

Il legale dell’associazione che ha seguito il caso, l’avv. Carlo Battistella, esperto nel settore delle frodi e delle truffe online, èestremamente soddisfatto del risultato ottenuto, che ha completamente ribaltato l’attuale orientamento dell’ABF in materia ed ha permesso alla socia di Adiconsum di ottenere un risarcimento di € 50.000.

“Questa pronuncia favorevole – afferma Battistella – rappresenta un risultato di fondamentale importanza per tutti i consumatori che cadono vittime di truffe online. E’ una vittoria che dimostra che i casi di phishing possono essere affrontati con successo e che le istituzioni finanziarie devono assumersi la responsabilità di proteggere i propri clienti da tali minacce“.

Nel corso della procedura, l’avvocato ha messo in luce la responsabilità dell’istituto bancario coinvolto, evidenziando la mancata implementazione delle difese necessarie e attuabili contro questa sempre più frequente tipologia di truffa.

“Bisogna reagire con determinazione quando si è vittime di phishing. Non ci si deve arrendere di fronte al semplice diniego della banca coinvolta. È fondamentale rivolgersi ad Adiconsum per indagare a fondo sulle responsabilità delle parti coinvolte e ottenere il giusto risarcimento”, ha aggiunto l’avvocato.

“Adiconsum Verona â€“ precisa Davide Cecchinato, Presidente Adiconsum Verona – invita tutti i consumatori che si trovano in situazioni simili a non esitare nel richiedere assistenza e a contattare l’associazione per ricevere supporto nella tutela dei propri diritti. In questi casi le forme di tutela sono efficaci e le procedure di recupero piuttosto spediteâ€.

“L’associazione – conclude Cecchinato – si impegna a continuare la sua battaglia a favore dei consumatori, garantendo che le istituzioni finanziarie siano responsabilizzate e che i cittadini siano protetti dalle insidie del mondo digitaleâ€.

Un centinaio di persone iscritte al circolo Cral comunale di Verona hanno ricevuto pochi giorni prima della partenza la brutta notizia con la quale si diceva che il viaggio era saltato.

I viaggiatori sono soci del Cral Verona, associazione di ex dipendenti che promuove eventi e viaggi. Il Cral si era rivolto all’agenzia di “Alù Monica Brand Armar Luxury” che ha annullato una settimana prima della partenza, senza fornire alcuna spiegazione plausibile.

“Si tratta di un annullamento da parte dell’organizzatore del pacchetto vacanza tutto compreso – spiega l’avv. Silvia Caucchioli di Adiconsum Verona – e il viaggiatore ha diritto al rimborso integrale delle somme versate pari ad €.600,00, nonché al risarcimento di eventuali danni ulteriori, come quello da vacanza rovinata. Nel caso specifico si ritiene che il Cral e l’agenzia di viaggi “Alù Monica Brand Armar Luxury†potrebbero risultare responsabili in solido dell’annullamento del viaggio”.

“L’agenzia di viaggi – spiega l’avv. Matteo Ostengo di Adiconsum Verona – è responsabile per l’inadempimento delle obbligazioni derivanti dall’organizzazione del viaggio. Il Cral, invece, potrebbe risultare responsabile per la scelta non oculata dell’agenzia di viaggi, in quanto non ha svolto le opportune verifiche sulla sua affidabilitàâ€.

L’agenzia di viaggi “Alù Monica Brand Armar Luxury†non risulterebbe come attività né su Google né su Registro delle Imprese. Risulta unicamente il sito https://www.amarluxury.com/ intestato alla signora Monica Alù personalmente.

“Per far luce sulla vicenda la nostra Associazione – dichiara Davide Cecchinato, Presidente Adiconsum Verona – la nostra Associazione è a disposizione di chi ha subito l’annullamento del viaggio”.”Adiconsum Verona – conclude il Presidente – invita i viaggiatori a contattare l’associazione (verona@adiconsum.it) per essere assistiti nella richiesta di rimborso integrale delle somme versate e il risarcimento di eventuali danni ulteriori”.

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Nuova recentissima decisione da parte dell’ABF (Arbitro Bancario Finanziario) in favore di una consumatrice assistita da Adiconsum Verona, che si era vista sottrarre dal proprio conto corrente la somma di € 2.384,45 a seguito di truffa informatica.

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